Sono appena trascorsi alcuni mesi dal 140° anniversario della morte di Nino Bixio, il “secondo dei mille”, uno degli uomini più fidati e stimati di Giuseppe Garibaldi.Cartolina Postale italiana spedita il 13 Giugno 1916 da Forlì per Forlì.
La vita di Nino Bixio (Genova, 2-10-1821) è stata talmente avventurosa e romanzesca da apparire quasi incredibile; giovanissimo si imbarca come mozzo su una nave diretta in America dove resterà per circa tre anni. Tornato in patria si arruola per breve tempo nella regia Marina sarda navigando su navi di ogni tipo; la lascerà per navigare nei Mari della Malesia trasportando carichi di pepe per gli Stati Uniti.
Fortunosamente e dopo mille vicissitudini raggiunge Parigi dove, sul finire del 1847, conosce Giuseppe Mazzini che lo inizia all’idea di un’Italia libera, unita e repubblicana, conquistandolo alla causa ed agli obiettivi della nascente “Giovine Italia”.Cartolina Postale italiana spedita nel 1906 da Ventimiglia a Costantinopoli.
Dopo aver combattuto nella 1^ Guerra d’Indipendenza a Verona e Treviso raggiunge Roma a fianco di Giuseppe Garibaldi per difendere la Repubblica Romana dall’attacco dei francesi dove si distingue per il coraggio e l’audacia dimostrata: fu ferito in modo serio e preoccupante, Garibaldi lo promuove Maggiore. Erinnofilo di Giuseppe Garibaldi dei primi anni’30, abbastanza raro.
Cartolina ufficiale del Comitato Onoranze per il Primo Centenario della nascita di G.Garibaldi; Maddalena-Caprera 4 Luglio 1905.
Nel 1852 compie la sua ultima azione di carbonaro mazziniano: tenta di rapire l’imperatore francesco Giuseppe in visita nel lombardo-veneto, ma la polizia austriaca sventa il tentativo.Riparte ancora per mari lontani, il suo mondo prediletto, in attesa del risveglio e della riscossa della Patria, a bordo di una nave che porta il nome del suo grande amico e patriota conosciuto nella difesa di Roma: Goffredo Mameli.Nel 1855, dopo infiniti scontri familiari ed ottenuta la necessaria dispensa papale, sposa finalmente sua cugina Adelaide da cui avrà quattro figli: Giuseppina, Riccarda, Garibaldi e Camillo.
Durante la 2^ Guerra d’Indipendenza è ancora con Garibaldi nei “Cacciatori delle Alpi” combattendo da prode sui campi di battaglia della Lombardia e difendendo strenuamente il passo dello Stelvio.
Centenario della 2^ Guerra d’Indipendenza – emissione del 27 Giugno 1959

Cartolina Postale del 52° Reggimento Fanteria spedita a Frejus (Francia) verso la fine’800 -primi anni del’900. Nel quadro di Federico Faruffini (” La battaglia di Varese, 1862), da cui è tratta la cartolina, è drammaticamente visibile la morte di Ernesto Cairoli, il primo dei quattro fratelli a morire in battaglia: è il primo a destra, appena colpito.
Nel 1860 Nino Bixio è ancora a fianco di Giuseppe Garibaldi come Maggiore Generale, nella “Spedizione dei Mille” combattendo a Calatafimi, Palermo e Reggio Calabria; innumerevoli furono gli episodi di temerarietà e sprezzo del pericolo come avvenne a Reggio dove il suo cavallo fu abbattuto da 19 pallottole mentre lui venne ferito soltanto al braccio sinistro; ovviamente si distinse anche per eccessi in negativo, come accadde per la rivolta di Bronte.
Emissioni del 5 Maggio 1960 e del 5 Maggio 2010; nel francobollo da 0,60, tratto dal dipinto di V. Azzola “L’imbarco di Garibaldi a quarto” Bixio è facilmente riconoscibile: è il penultimo a dx in piedi.
Per il 50°anniversario della morte di G.Garibaldi, il 6 Aprile 1932 venne emessa una serie di 17 valori; tra di essi ve ne sono due, sopra riprodotti, in cui oltre a Garibaldi appare anche Nino Bixio.

Indimenticabile copertina della Domenica del Corriere del 1°Maggio 1960 in cui si vede Garibaldi gridare a Nino Bixio la storica frase” qui si fa l’Italia o si muore”.
Nel 1861 Nino Bixio venne eletto deputato nel parlamento del nuovo Regno d’Italia e successivamente senatore nel 1870. Come Generale Comandante della 7^ Divisione del Regio Esercito combattè ancora nella terza Guerra d’Indipendenza (battaglie di Custoza e Mentana) partecipando anche alla presa di Roma.
Conoscendo il suo radicale anticlericalismo che lo avrebbe potuto portare ad azioni militari deprecabili nei confronti della Chiesa a Roma, venne incaricato di espugnare la cittadella fortificata di Civitavecchia che si arrese dopo un ultimatun di Nino Bixio rimasto famoso nel tempo:
Ho dodicimila uomini di terra, dieci corazzate, cento cannoni sul mare. Per la resa non accordo un minuto di più di ventiquattro ore altrimenti domani mattina si chiederà dove fu Civitavecchia.
Negli anni successivi, stanco di perdere tempo in Parlamento, si indebitò fino all’inverosimile per farsi costruire, in Inghilterra, una nave mista motore-vela a cui dette il nome“Maddaloni” e con la quale salpa dirigendosi verso i mari di Sumatra insieme all’amico e patriota Salvatore Calvino. Annullo postale commemorativo per il 190°anniversario della nascita di Salvatore Calvino, patriota trapanese.
Nino Bixio non tornò mai più: morì di colera il 16 Dicembre 1873 durante una traversata commerciale delle isole di Sumatra, in territorio olandese.I funerali solenni delle ceneri si svolsero a Genova il 30 Settembre 1877; l’urna è tutt’ora nel cimitero monumentale di Staglieno.
Alla prossima, statemi bene!!
Sono sempre molto gradite, queste pillole di approfondimento storico, tra l’altro molto ben illustrate con documenti filatelici non comuni come sempre sai fare tu.
Grazie Vairo, attendiamo la prossima!