Sono ormai passati 130 anni dalla morte di Giovanni Froscianti, figura eroica e leggendaria del Risorgimento italiano, eppure ogni volta che la mente corre a quella che fu la sua vita, non si può non rimanerne colpiti, quasi stupefatti, per ciò che fece e come lo fece.
Era nato in campagna, il 20 Novembre 1811, nei pressi di Collescipoli (Terni).I primi anni della sua giovinezza li passò in Convento da cui scappò quasi subito.Il suo carattere ribelle lo portò ad unirsi ai movimenti insurrezionali, a Giuseppe Mazzini e successivamente a Garibaldi; era convinto infatti che l’ideale repubblicano propugnato da Mazzini fosse l’unica strada verso l’unità nazionale per la quale dedicare tutte le proprie forze combattendo ovunque.
Nel 1848, dopo aver svolto attività cospiratrice e sovversiva a Terni e dintorni, entra a far parte come sottotenente della Legione italiana di Garibaldi sotto il cui comando partecipò – nel 1849 – alla Prima Guerra d’Indipendenza e poi combattendo fino all’ultimo per difendere la Repubblica Romana aggredita dalle truppe francesi.

Cartolina postale dei primi del ‘900 -Prima Guerra d’Indipendenza- battaglia di Pastrengo – 30 Aprile 1848
Negli anni a seguire, insieme a Federico Fratini – capo riconosciuto del Gruppo mazziniano di Terni – riorganizza le fila dei comitati sia in città che nello spoletino e nel viterbese.
Cartolina commemorativa del cinquantenario della liberazione di Spoleto spedita da Spoleto a Roma il 6 maggio 1910.
Nelle fila dei Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi, il nostro concittadino partecipa alla Seconda Guerra d’Indipendenza ( 1859 ) combattendo in Lombardia ( Varese, San Fermo, Magenta….).
Nel 1860 è ancora al fianco di Giuseppe Garibaldi: è uno dei 5 umbri a partecipare alla leggendaria ” Spedizione dei Mille “ distinguendosi per l’audacia ed il valore.Giovanni Froscianti dopo aver partecipato di nuovo con Garibaldi alla Terza Guerra d’Indipendenza – insieme a Edoardo Barberini – aiuterà il Generale a fuggire da Caprera fino a La Maddalena con lo storico beccaccino.
Annullo postale commemorativo di Edoardo Barberini realizzato dal nostro Circolo in occasione della Mostra – convegno ” Garibaldi e i Garibaldini ternani ” del 2002.
Entrambi saranno poi al suo fianco nell’ultima campagna militare del ’67 partecipando al drammatico epilogo di Mentana.
Giovanni Froscianti non è stato solo il compagno d’armi di Garibaldi, ma anche uno dei suoi amici più fedeli e fidati “mantenendo sempre un contegno modesto e da valoroso”.
Giovanni vive a lungo a Caprera sia insieme a Garibaldi che quando egli era assente, curando ed amministrando i suoi beni con devozione e scrupolosità.

Cartolina ufficiale del Comitato Onoranze per il Primo Centenario della nascita di G.Garibaldi; Maddalena-Caprera 4 Luglio 1905.
Rientrato a Terni con il grado onorario di capitano riconosciutogli dal Governo ( era stato colonnello garibaldino ) riallaccia i rapporti con i capi e con gli esponenti più significativi del movimento repubblicano tra cui Faustini, Fratini e Ottavio Coletti, continuando sempre ad impegnarsi nelle fila del movimento.
Alcuni mesi prima di morire la Società dei Reduci Volontari delle patrie Battaglie di Terni lo nomina Presidente onorario.
Giovanni Froscianti muore a Collescipoli il 31 Gennaio 1885; gli vengono tributati onori solenni cui partecipa di fatto la maggior parte della città nelle sue varie e diverse articolazioni istituzionali e associative.Due medaglioni in marmo posti sulla facciata del palazzo municipale di Collescipoli ricordano a tutti noi la sua vita eroica ed il suo patriottismo.
P.S. Alcune notizie sono tratte dal libro di Andrea Giardi. ” Giovanni Froscianti, amico e fratello d’armi di Garibaldi” – ed. Thyrus
Caro Vairo,
ancora una volta ti sei superato raccontandoci le eroiche gesta di un Illustre Ternano.
Ti ringrazio anche per la segnalazione del libro di A. Giardi che non conoscevo e che entrerà a far parte della mia biblioteca risorgimentale.
Un caloroso saluto
Luigi
Luigi, grazie per il complimento che peraltro non merito; ad Andrea Giardi vanno sempre invece i nostri ringraziamenti per le sue ricerche, studi e pubblicazioni(numerose) sui protagonisti risorgimentali di Terni e dell’Umbria.
In effetti mi piaceva ricordare G.Froscianti non solo perchè la sua vita è stata davvero speciale ma anche perchè ha partecipato, insieme ad altri patrioti, ad artisti, ai tanti politici ed intellettuali del tempo – ed insieme ovviamente ai giovani che furono in assoluto i protagonisti principali- all’unica ( almeno così io penso ) rivoluzione politica che l’Italia moderna ha avuto: Il Risorgimento!
E tutti con una aspirazione comune: la riscoperta della Patria e la costruzione di una Nazione libera e democratica.
Scusa la lungaggine, grazie ancora e, mi raccomando, stammi bene!
vairo.
bravo bravissimo caro Vairo. Come sempre ci poni dinanzi agli occhi della coscienza il ricordo di cittadini che hanno onorato la Patria tutta e portato sempre più in alto l’eccelso ideale che anima le persone dotate di abnegazione e coraggio: la Libertà. Ottone Bismark disse “La libertà è un lusso che pochi si possono permettere”. Ma questo suo principio, grazie alle lotte e, soprattutto al sacrificio, di patrioti, noti e sconosciuti, è stato capovolto. O no?
Una nota: dove hai trovato quelle belle appropriate cartoline?
Cordialmente . Nicola
Grazie Nicola per le tue belle parole; sono d’accordo con le tue considerazioni a proposito di quanto disse Bismark anche se va sempre tenuto presente che ancora oggi la libertà non è un lusso per tutti nel mondo.
Circa le cartoline alcune di esse furono realizzate dal nostro Circolo, le altre sono state trovate in giro per mercatini e/o su Internet.
Grazie ancora e stammi bene, vairo
Caro Vairo,
solo oggi ho letto ciò che hai scritto su Froscianti e sul sottoscritto.
Ti ringrazio, però devo precisare che, dopo un secolo di notizie spesso non suffragate da riscontri documentali, che ci hanno presentato Froscianti sotto un alone leggendario, con il mio ultimo libro ho appurato (attraverso i documenti dell’Archivio vescovile di Narni) che Froscianti non è stato un ex frate ma solo uno studente del seminario di Narni, fuggito solo dopo 82 giorni per prendere parte ai moti rivoluzionari del 1831.
Non è poi vero che insieme a Barberini hanno combattuto a Mentana, sono rimasti entrambi a Caprera. In precedenti scritti, anche io avevo fatto simili errori copiando ciò che avevano scritto gli storici del passato, ma solo approfondendo gli studi su documentazione d’archivio si riescono a scoprire gli errori fatti in passato.
Ciao
Andrea
Andrea, grazie per le precisazioni ed ulteriori notizie che hai voluto fornirci, sempre molto importanti ed attese, frutto di lunghe ricerche e studi specifici indubbiamente impegnative ed approfondite.
Ciao e grazie ancora, Vairo