Come sono i primi francobolli . La lunga lotta contro i falsari.
I francobolli inglesi non sono dentellati fino al 1854 , quelli del Lombardo –Veneto fino al 1858 ,dello Stato Pontificio fino al 1868 ; quelli degli altri Antichi Stati Italiani , compreso il Regno di Sardegna , non saranno dentellati mai.
Spesso i francobolli erano stampati con margini di separazione così ridotti che , divisi con le forbici , venivano intaccati nel disegno : per esempio i francobolli di Toscana erano separati tra di loro da 5/6 decimi di millimetro per cui è difficilissimo trovarne con i quatto margini bianchi : sono ricercatissimi.
Le Amministrazioni Postali si sforzano di combattere o, addirittura di prevenire i falsari , in molti modi; i primi francobolli inglesi recano agli angoli lettere maiuscole disposte dalla A alla L in senso orizzontale e dalla A alla T in senso verticale . Il primo in alto a sinistra reca quattro A , l’ultimo in basso a destra le lettere LT e TL . Non vi sono francobolli uguali nel foglio .
Viene anche subito usata la filigrana , molto spesso con un simbolo nello spazio di un singolo francobollo , che può variare nel tempo , altre volte con un disegno su tutto il foglio.
Vengono usati anche dei piccoli segni segreti come una lettera del nome del tipografo nei francobolli di Napoli o la perlina ( orecchino ) di Vittorio Emanuele II° nei francobolli con effige a secco del Regno di Sardegna. Nonostante tutto i falsari non si arrendono : di alcuni tipi di francobolli di Napoli ne esistono di falsi passati per posta quasi quanti di quelli originali . Anche i francobolli per le “ Province Napoletane “ realizzati per l’annessione al Regno, furono falsificati pochi giorni dopo la loro emissione. In Austria e in Svizzera sono state usate carte con fili di seta, ad uno o più colori.
Proprio la dentellatura dei francobolli è risultato col tempo il sistema più efficace per ostacolare i falsari che non sono riusciti mai ad ottenere risultati soddisfacenti, tali da non rendere i falsi facilmente riconoscibili da un buon osservatore .
Col tempo si è passati dalle dentellature lineari ( righe e file ) , a dentellature “ a pettine “ , cioè ottenute da perforatori disposti come piccoli rastrelli rivolti verso il basso o verso l’alto, oppure lateralmente a seconda del formato dei francobolli e dell’orientamento della stampa.
La disposizione dei “ pettini “, verso il basso o verso l’alto si può ( quasi sempre ) riconoscere dallo “scalino”che si forma su uno dei lati del francobollo, mentre le dentellature lineari si riconoscono,specie se si hanno più francobolli uniti, dal fatto che gli incroci si presentano irregolari contrariamente alle dentellature “ a blocco “ che presentano una crocetta di cinque fori perfettamente simmetrica.
Una caratteristica molto importante per la valutazione della qualità di un francobollo è “ la centratura “, cioè la precisione con la quale la dentellatura si inserisce nello spazio di carta tra un francobollo e l’altro. La dentellatura non dovrebbe mai intaccare il disegno ,ma lasciare dei margini perfettamente liberi su tutti i quattro lati.
Se, però, la dentellatura invade il disegno dei francobolli, si può parlare di “ varietà “ interessante quando l’ “ invasione “ è di almeno due-tre millimetri ( dentellatura spostata ) ,ancora di più se spostata nei due sensi ,fino a far apparire parti di quattro vignette contigue nello stesso pezzo.
Dentellature anomale e spesso assai rare sono quelle ottenute per la sostituzione di uno o più perforatori rotti con altri di passo diverso. Presentano questa anomalia, per esempio, alcuni francobolli emessi nel Regno d’Italia nel 1928 per celebrare il 10° anniversario della Vittoria .
Altre volte, sempre per guasti ai perforatori, si trovano dentellature del tutto irregolari, “ a casaccio “, oppure parziali ( uno o più lati non risultano dentellati ). Attenzione però a quei francobolli che, avendo un “ formato carta “ più grande del solito, vengono ritagliati con le forbici per avere una varietà abusiva.
Da ultimo è stato introdotto il sistema di perforazione “ a blocco “ con il quale viene dentellato tutto il foglio in una sola volta. E’ superfluo dire che dentellature diverse da quelle normali per un francobollo, perché il perforatore si è rotto ed è stato sostituito da uno diverso per errore, oppure anche per un funzionamento anomalo , lo fanno diverso, anche diversissimo, talvolta raro, rarissimo, sovente classificato con un proprio numero di catalogo.
Le dentellature vengono classificate con il numero di dentelli presenti su 2 ( due ) centimetri di carta , qualunque sia il formato dei francobolli, con approssimazione ad ¼ per far corrispondere al meglio possibile i dentelli degli angoli: (per es. 14,1/4 x 13,3/4 ), ma anche più precisa per gli specialisti . Storicamente le dentellature oscillano da 8+1/2 ( Austria – Lombardo Veneto anni 1850 ) fino a 16 – 17 dentelli ogni 2 centimetri di carta per attestarsi ai giorni d’oggi tra 11+1/2 e 14+1/4 in quasi tutti i Paesi.
Resta infine da dire che, a parità di passo, i fori possono essere più piccoli o più grandi, fino a sovrapporsi in parte . Ovviamente è diversissimo l’aspetto che ne risulta e l’efficacia ai fini della separazione dei pezzi .
Per riconoscere il passo delle dentellature si usa un listello ( odontometro ), meglio se trasparente, con tanti piccoli punti distanziati come la dentellatura da riconoscere, oppure in maniera più sofisticata e precisa , con linee sub-verticali, leggermente divergenti, alle quali si accosta il francobollo finché linee e dentelli coincidono .
Bravo Alessandro, riesci sempre a suscitare interesse senza essere banale.
Aspetto che Tu affronti l’argomento “filigrana” di cui sei MAESTRO..
Caro Paolo ,devi aver pazienza ,perchè prima di trattare per esteso delle filigrane ,ho in mente un’altra puntata. Alessandro.
Ottimo articolo, finalmente sono riuscito a capire alcune cose della”dentellatura” dei francobolli che per me è sempre stata materia largamente incomprensibile e, se vuoi, anche antipatica.
Complimenti davvero.
Eppure è importante.Vedi i listini.Alessandro.