Erinnofilia

Le Erinni, divinità infernali per gli antichi, scendevano sulla terra per punire i colpevoli; ma il significato di “erinnofilia” sembra derivare dal tedesco “erinnern” – ricordare .

Si tratterebbe cioè di collezionare vignette chiudilettera simili a francobolli contenenti messaggi pubblicitari, propaganda di guerra, ecc…, ma non aventi valore postale.

erinnofili 1A volte si tratta di bozzetti, oppure di prova di stampa di francobolli non adottati, che si distinguono dai “non emessi” perchè privi di valore facciale.

Usati al posto dei francobolli o, insieme ad essi, con annulli leggibili, specie su frammento o busta intera, sono assai interessanti.

erinnofili 2erinnofili 3erinnofili 4erinnofili 5erinnofili 6erinnofili 7erinnofili 8erinnofili 9erinnofili 10erinnofili 11erinnofili 12erinnofili 13erinnofili 14erinnofili 15Alla prossima!!

I Francobolli calcografici

La calcografia è un procedimento di stampa che consiste nell’incidere con una punta acuminata un disegno su di una lastra di rame o di zinco; nel caso dei francobolli, per ottenere tanti esemplari identici per quanti ve ne sono in un foglio, si ripete il bozzetto originale con procedimenti di fotoincisione.

Sulla lastra inchiostrata si preme un foglio di carta leggermente umida che risulterà stampata in rilievo che, a volte, è possibile avvertire al tatto; la stampa può essere di uno o più colori ed in questo secondo caso è necessario utilizzare più lastre e più passaggi di stampa.

calcografici 1calcografici 2La calcografia è usata in molti Paesi, come in Francia e negli Stati Uniti, con ottimi risultati.

calcografici 3calcografici 4In Gran Bretagna i francobolli calcografici sono piuttosto pochi:

calcografici 5In Italia il primo francobollo in calcografia appare nel 1906; si tratta del 15 cent. con l’effige di Vittorio Emanuele III rivolta a destra, opera del pittore Michetti, che verrà riutilizzata in seguito per molti altri francobolli tipografici e più spesso, con l’immagine rivolta a sinistra.

calcografici 6E’ invece del 1925 l’emissione per i 25 anni di Regno della quale furono autori Parmeggiani e Repettati; i francobolli della Vittoria furono sovrastampati per le Colonie.

calcografici 7I Francobolli calcografici emessi in periodo repubblicano mostrano la grande bellezza del nostro patrimonio artistico e culturale riprodotto con maestria dai disegnatori ed incisoro del poligrafico dello Stato.

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Storia dei Francobolli / 11

I Francobolli nella Storia – Le Colonie Italiane: Cirenaica, Tripolitania, Fezzan.

Dal 1923 al 1934 Cirenaica e Tripolitania ebbero ciascuna francobolli propri ottenuti sovrastampando quelli nazionali.

Cirenaica 1Nel 1926 è emessa una serie originale per entrambe le Colonie con sovrapprezzo ( pro Istituto Coloniale Italiano ).

Cirenaica 2Dal 1926 vengono emessi francobolli nazionali con colori cambiati e sovrastampati.

Tripolitania 1 ok L’ultima emissione  è del 1934 ed è dedicata alla 2^ Mostra Internazionale d’Arte Coloniale di Napoli.

Si tratta di 12 francobolli per ciascuna Colonia, di grande formato, piuttosto vistosi, non molto rari ma ricercati.

Tripolitania 2Solo nel 1930 l’Italia riuscì a sottomettere le popolazioni del Fezzan che non ebbe francobolli propri; nel 1937 fu istituito il Territorio militare del Sud che non faceva parte della Libia.

La Francia, che occupò il Fezzan nel 1943, fece sovrastampare i modesti quantitativi di francobolli italiani o libici rinvenuti. Sono tutti molto rari o rarissimi.

 

 

 

Storia dei Francobolli / 10

I francobolli nella Storia – Le Colonie italiane: Rodi e il Dodecaneso.

Il 29 Settembre 1911 l’Italia dichiara guerra alla Turchia; il 4 Maggio 1912 occupa Rodi e successivamente le altre isole del Dodecaneso; con il Trattato di Losanna del 17 Ottobre 1912 viene ratificato il possesso italiano delle isole.

Poco prima, il 22 Settembre 1912, erano stati emessi due francobolli, del tipo “Michetti” nazionali, da 25 e 50 cent. con sovrastampa EGEO e validi per tutte le isole.

Rodi 1Dal 1°Dicembre 1912 inizia l’emissione di francobolli con sovrastampa per ciascuna isola che prosegue fino al 1932 ( Garibaldi con colori cambiati ).

Rodi 2Rodi 3Dal 1929 al 1940 si succedono sovrastampe e valori originali.

Rodi 4Dopo l’ 8 Settembre 1943 le Isole furono occupate dai tedeschi che disarmarono i presidi italiani; pochi e rari furono i francobolli introdotti.

Nell’Aprile 1945 gli inglesi cacciano i tedeschi ed introducono l’uso dei propri francobolli con la sovrastampa M.E.F. identici a quelli già in uso nelle ex Colonie italiane occupate.

Infine le Isole furono consegnate alla Grecia che fece sovrastampe per i propri francobolli dal 1937 al 1945.

Storia dei francobolli / 9

I Francobolli nella Storia: le Colonie italiane – la Libia.

A seguito della guerra contro la Turchia, durata un anno, con la Pace di Losanna, il 18 Ottobre 1912, l’Italia ottenne la Libia. Fino al 1918 i francobolli in uso furono quelli nazionali sovrastampati.

Libia 1Sono del 1921 i primi francobolli originali di posta ordinaria per la Colonia: la serie “pittorica”, riapparsa con tutti i valori nel 1924 – 1929 e poi con valori isolati, a più riprese, fino al 1940.

Libia 2Ancora per la posta ordinaria, sono emessi nel 1924 quattro francobolli del tipo “Sibilla Libica”.

Libia 3Nel 1927 iniziano le emissioni annuali dedicate alla Fiera di Tripoli continuate fino al 1939 e proseguite, ma solo nel 1940, con la Mostra d’Oltremare; si tratta di francobolli molto belli, le cui tirature oscillano tra 10.000 e 25.000 serie: in genere sono rari gli alti valori, tutti rarissimi su busta intera viaggiata.

Libia 4L’ultima emissione è del 1941: si tratta di 7 valori più uno di posta aerea, francamente piuttosto brutti, dedicati all’alleanza italo – tedesca e recanti i profili di Mussolini ed Hitler.

Libia 5Con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia lascia definitivamente la Libia: la Gran Bretagna amministrerà la Tripolitania e la Cirenaica, la Francia il Fezzan.

Nel 1955 la Libia è unificata in Regno di Libia, successivamente rovesciato dal Colonnello Gheddafi nel 1959.

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Storia dei francobolli / 8

I francobolli nella storia: Le Colonie italiane: Eritrea

Prima della costituzione ufficiale della Colonia, avvenuta nel 1890 riunendo i possedimenti ottenuti negli anni precedenti, ad Assab ed a Massaua furono usati inizialmente i francobolli del Levante ( Estero ) e poi, fino all’introduzione di quelli speciali per la colonia, quelli in corso in Italia.

Eritrea1La prima emissione per la Colonia è del 1° Gennaio del 1893 ed è costituita dai francobolli d’Italia sovrastampati; seguirono altri francobolli con caratteristiche analoghe negli anni 1895 – 1899.

Eritrea 2Vittorio Emanuele III°, succeduto ad Umberto 1° nel 1900, appare nei francobolli d’Eritrea il 1° Aprile 1903: si tratta ancora di sovrastampe e così pure nel 1906 e nel 1909.

Eritrea 3I primi francobolli originali per l’Eritrea appaiono tra il 1910 ed il 1914, poi ancora sovrastampe alternate ad emissioni originali fino al 1934 ( fino al 1936 – 1937 per la Posta Aerea e per gli Espressi ).

Eritrea 4Eritrea5

Nel 1941 l’Eritrea divenne Protettorato Britannico ed il 2 Marzo 1942 vi furono distribuiti francobolli di Gran Bretagna  ( Re Giorgio VI° ) con la sovrastampa M.E.F. ( Middle East Forces ) realizzati al Cairo ( rari ), Nairobi ( più rari ) e Londra ( comuni ).Per lungo tempo furono usati annulli italiani del tipo “guller” a cerchio grande ( 32 mm. ) e lunette; usati nel 1942 sono più rari.

Eritrea6Successivamente furono usate le sovrastampe B.M.A. ERITREA  su due righe ( 1948 ), poi B.A. ERITREA  ( 1951 ) e valore in cents.

Eritrea7Eritrea8L’Eritrea divenne provincia dell’Etiopia nel 1961 ed ottenne l’indipendenza nel 1963.

Storia dei Francobolli / 7

I Francobolli nella Storia:la Città di Fiume, l’Istria e la Dalmazia.

Fiume 1Nella storia dei francobolli d’Italia e dei Paesi Italiani un capitolo a parte occupano le vicende della Città di Fiume e della costa orientale dell’Adriatico. Al Novembre 1918 facevano parte dell’Impero Austriaco e vi furono usati i francobolli di Austria fino al 1871, poi quelli Ungheresi; gli annulli avevano in prevalenza scritte in italiano.

Fiume 2Alla fine della guerra mondiale la popolazione delle principali città era di origine, lingua e sentimenti italiani, mentre l’entroterra era prevalentemente a maggioranza croata.In Italia le decisioni della Conferenza di Parigi che assegnarono all’Italia l’Istria fino a Pola, ma tutta la costa dalmata alla Jugoslavia, furono accolte con grande delusione: si parlò di “Vittoria mutilata” con qualche ragione, considerate le aspirazioni di quelle popolazioni. Fiume rimase alla Jugoslavia fino al 12 Novembre 1920 ( Trattato di Rapallo ) quando divenne Stato indipendente.

Ma intanto il 30 Ottobre 1918 il plebiscito popolare aveva proclamato l’annessione all’Italia ed il 17 Novembre vi entrarono le truppe italiane. Il Consiglio Nazionale emise il 2 Dicembre i primi francobolli d’Ungheria sovrastampati FIUME con 6 diversi tipi di caratteri, non facilmente riconoscibili.

Fiume 3Agli inizi del 1919 apparvero i primi francobolli originali di Fiume ed il 2 Settembre entrarono a Fiume e ne assunsero il potere i legionari di Gabriele d’Annunzio. Fino al 27 Gennaio 1924 furono emessi moltissimi francobolli ( assai più di quanti ne giustificasse l’uso postale ); innumerevoli sono le varietà di stampa, di dentellatura, ecc.. (anch’esse appaiono spesso d’origine filatelica o speculativa).

Fiume 4Con il Trattato di Roma  – 27 Gennaio 1924 – Fiume fu assegnata all’Italia; da allora cessò l’uso dei francobolli locali sostituiti da quelli nazionali fino all’Ottobre 1943, quando, in seguito alla disfatta, passò sotto l’amministrazione tedesca insieme a Zara e Sebenico; poi fu definitivamente annessa alla Jugoslavia dai primi di Maggio del 1945.

Fiume 5

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Storia e preistoria dei francobolli / 6

I francobolli nella storia

Fin dall’origine i francobolli hanno recato il segno del potere. La Regina, il Re, l’Imperatore o lo stemma della Casa Regnante sono invariabilmente presenti: dalla Regina Vittoria a Francesco Giuseppe, fino a Vittorio Emanuele III passando da Vittorio Emanuele II e da Umberto I.

Per vedere qualcosa di diverso bisogna arrivare al 1910 quando sui francobolli italiani appare Garibaldi; Dante nel 1921 e Mazzini nel 1922.

I primi francobolli francesi, ” non istituzionali “, sono emessi tra il 1917 e il 1922, mentre in Gran Bretagna bisogna aspettare il 1948 ( Giochi Olimpici ), ma Re Giorgio VI è sempre presente.

Tutto ciò è abbastanza ovvio; appare però significativo dell’importanza che si dà al francobollo per trasmettere il segno del potere quando avviene un cambio di sovranità.

Garibaldi è appena arrivato a Napoli risalendo dalla Sicilia che subito ci si preoccupa di fornire ai napoletani l’immagine di Vittorio Emanuele II in francobolli del tutto simili a quelli del Regno di Sardegna. Tanta è la fretta che non si pensa che i napoletani non hanno ancora in tasca le lire e i centesimi, ma monete borboniche in piastre e tornesi e che il cambio è complicato per la gente comune abituata ai suoi spiccioli. Insomma i francobolli vanno rifatti, sempre in grande fretta, ma con i valori della vecchia monetazione.

Per l’ex Granducato di Toscana il Governo Provvisorio emette l’8 Luglio 1859 un francobollo da 9 crazie ancora con il leone ( marzocco ), ma il 1° Gennaio 1860 appaiono 7 francobolli con lo stemma della Casa Savoia e valori in centesimi, che avranno corso fino al 31 Dicembre 1861 quando saranno sostituiti da quelli dal Regno d’Italia.

A quelli della mia generazione a scuola non è stato detto che tra il 1911 ed il 1912 si svolse la ” guerra italo – turca “, quando,  praticamente senza resistenza, truppe italiane occuparono le isole dell’Egeo, la costa somala in profondità e la Libia. Le popolazioni locali non parteggiarono quasi mai per uno dei contendenti, con qualche preferenza per gli italiani. Per le isole dell’Egeo furono dapprima inviati dei timbri di gomma usati su francobolli nazionali, poi francobolli con sovrastampa per ciascuna isola.

Per la costa della Somalia sul Mar Rosso, occupata a partire dal 1903 ed inizialmente indicata come ” Benadir “, erano stati approntati dei bellissimi francobolli originali, che dal 1906 al 1926 vengono sovrastampati più volte con valori quando in lire, quando nella moneta locale ( anna e rupie ).

Il 24 Ottobre 1917 le truppe austro – ungariche sfondano le linee italiane a Caporetto e dilagano fino al Piave dove sono fermate da una nuova linea difensiva. Il 1° Giugno 1918 nei territori occupati appaiono francobolli austriaci – Posta da Campo – con sovrastampe in centesimi e lire.

Per tutta risposta, quando i soldati italiani, al termine della guerra vinta, entrano a Trento ed a Trieste il 3 Novembre 1918, vengono requisiti tutti i francobolli d’Austria trovati (non molti) che sono di nuovo in circolazione l’11 Novembre con la sovrastampa Regno d’Italia – Trentino e Venezia Giulia per Trieste.Ed appena possibile, ai primi di Dicembre, vengono distribuiti francobolli del Regno con le sovrastampe “Venezia Tridentina” e ” Venezia Giulia “.Non si contano le emissioni di francobolli sovrastampati per i territori occupati da truppe tedesche oppure per i territori tedeschi occupati dagli eserciti alleati durante e dopo la 1^ guerra mondiale, ma sempre ispirati al principio: “sappiate tutti che quì comando io”.

Durante la II guerra mondiale i comportamenti degli occupanti sono simili. Il 6 Aprile 1941 l’esercito italiano invade la Slovenia e la Croazia; la città di Lubiana e la Bassa Carniola sono annesse al Regno d’Italia come nuova provincia nazionale. Innumerevoli sono le sovrastampe su francobolli di Yugoslavia, inizialmente con Co.Ci. ( Commissariato Civile ) in corsivo, e poi molte volte con caratteri piccoli e vari titoli.

Successivamente vengono usati francobolli nazionali fino a quando, dopo l’8 Settembre 1943, vengono sovrastampati con aquila germanica e ” Provinz Laibach ” dai tedeschi che ci cacciano senza riguardo dal “territorio nazionale”, sebbene alleati della “Repubblica Sociale Italiana”.

Gli Anglo – Americani nei territori da loro occupati si comportano invece in maniera diversa. Per le Colonie italiane furono usati i francobolli di Re Giorgio con la sovrastampa M.E.F. (Middle East Forces – Forze del Medio Oriente) oppure E.A.F. (Forze dell’Africa Orientale), lasciando intendere che si trattava di una occupazione e non di una annessione o conquista.

Per la Sicilia occupata furono adottati francobolli recanti la dicitura ” ITALY ” in stile “Dollaro U.S.A. ” simili anche alle coeve AM – LIRE. Con un insolito omaggio, gli alleati fecero anche stampare un erinnofilo molto bello.

Sbarcati sul continente, riconoscendo la sovranità di Vittorio Emanuele III, i francobolli ” ITALY ” furono abbandonati. Usati occasionalmente nelle province meridionali da qualche militare che se li ritrovava in tasca e regolarmente viaggiati sono delle rarità, usati oltre Montecassino, fino a Roma ed in Umbria sono rarissimi.

Un caso particolare si presentò a Napoli: formalmente si era nel Regno di Vittorio Emanuele, ma la confusione era tanta che gli alleati pensarono di sovrastampare alcuni francobolli del Re con un ” GOVERNO MILITARE ALLEATO ” su tre righe.

Delle vicende della “Repubblica Sociale Italiana” e di quelle complicate emissioni di francobolli ci occuperemo la prossima volta, così pure della disgraziata sorte di Trieste e dell’Istria.

Oggi vogliamo soltanto ricordare i francobolli emessi dalla Repubblica in ricordo di quei tristissimi giorni.

Storia e preistoria dei francobolli / 5

A – La filigrana.

Dopo gli accenni precedenti è venuto il momento di parlare diffusamente della filigrana nei francobolli.

A-O – I francobolli senza filigrana ( che però ce l’hanno ).

Se ” Il Mattino ” di Napoli, un bel mattino ( vedi caso ), uscisse con unaa testata de ” Il Corriere della Sera “, il fatto sarebbe senz’altro ricordevole e degno di attenzione, anche se avvenisse di Carnevale. Desta attenzione il fatto che,  francobolli pensati e realizzati per non avere filigrana, invece ce l’abbiano, in tutto o in parte. Come mai?  Le cause possono essere due: la prima ( ed è il caso più raro ed importante ) è che venga usata per errore carta diversa da quella prevista.

Il secondo caso, più comune, si ha quando il foglio presenta una deriva della stampa che và progressivamente ad occupare i margini della carta dove possono esserci in filigrana delle scritte come: ” Poste Italiane ” o ” Ministero delle Finanze ” ripetute più volte. Quando riscontravano deviazioni importanti gli operatori  procedevano a registrare la macchina.

Nei francobolli del Regno d’Italia a volte avvenivano derive così grandi che il francobollo ( in genere uno ) veniva a trovarsi all’estremità del margine del foglio dove poteva trovarsi  in filigrana “ la piccola croce ” di inquadramento, oppure un numero che indicava la partita della carta.Nei francobolli più antichi ( Regno di Napoli per esempio ), oltre ad alcuni esemplari con frammenti della filigrana ordinaria dei fogli, possono trovarsi frammenti o lettere interi, sigle della cartiera, sempre ai margini e sempre rari.

A – 1 La filigrana. Quale e come.

Quando venne emesso il primo francobollo la filigrana era conosciuta ed utilizzata da tempo per documenti importanti oppure per rimarcare l’importanza del personaggio che se la faceva realizzare. Allora si trattava di scegliere se imprimere un segno di riconoscimento con un disegno che occupasse l’intero foglio di stampa ma con degli spazi vuoti, in modo che nei singoli francobolli se ne trovasse un frammento, oppure adottare dei piccoli disegni distanziati e posizionati in modo tale che ciascun francobollo ne avesse uno.

Una terza scelta era possibile: realizzare un disegno continuo che coprisse l’intero foglio; con questo sistema tutti i francobolli avevano una parte del ” tappeto “. All’inizio furono usati tutti e tre i sistemi, ma col tempo restarono in uso soltanto il tappeto continuo ed il disegno per il singolo francobollo.

Attorno alla posizione occore fare delle importanti distinzioni. Per osservare la filigrana occorre porre il francobollo girato al verso e disposto con il lato orizzontale in basso. Se la filigrana non è facilmente visibile si può mettere il francobollo in una vaschetta nera ( di vetro o di ceramica ) e versarci sopra un paio di gocce di benzina rettificata ( si compra in farmacia, costa poco e non altera assolutamente il francobollo ).

Se la figura della filigrana presenta due assi di simmetria ortogonali tra loro, la posizione sarà una soltanto, quale che sia l’orientamento del foglio e la faccia su cui si stampa.

Per i francobolli con il lato maggiore orizzontale ( per esempio i segnatasse di Vittorio Emanuele II° ), la filigrana può essere coricata rispetto all’orientamento normale.

Quando il disegno presenta un solo asse di simmetria ( verticale ), come la corona dei Savoia, allora le posizioni possibili diventano due ( normale e capovolta; destra e sinistra quando coricata ). E’ appena il caso di dire che si tratta di distinzioni a volte indifferenti, ma altre volte importantissime per quanto riguarda la rarità ed il pregio dei francobolli.

Se la figura elementare non presenta assi di simmetria ( ruota alata della Repubblica ) le posizioni possibili diventano 8 ( otto ).

La stessa situazione si presenta per le filigrane a tappeto. Se non vi è un orientamento preferenziale, le cose vanno lisce e tutte le posizioni ed i versi risultano indifferenti, ma così non è per esempio per il tappeto di stelle della Repubblica Italiana del quale esistono 4 tipi:

1° e 4° tipo – Cartiera Miliani – Fabriano e Foggia – Poligrafico ( dal 1973 ) ( due orientamenti ).

2°tipo – Foggia – ( Poligrafico ) – 4 orientamenti.

3° tipo – Cartiera Miliani – Pioraco – 8 orientamenti.

A – 2 – Altri Paesi – La filigrana nei francobolli della Gran Bretagna ( e del Commonwealth ).

Fin dall’origine i francobolli della Gran Bretagna ( il penny nero ed i suoi fratelli del1840 della Regina Vittoria ) hanno un disegno in filigrana che si ripete in ogni francobollo.

In genere si tratta di disegni con un asse di simmetria verticale, per cui se ne possono trovare con filigrana dritta o rovesciata. Solo nel 1912 appare un tipo di filigrana, destinato a ripetersi con qualche variante fino al 1967, che presenta piccole corone e monogrammi a tappeto continuo. Questo tipo di filigrana si può trovare in  otto posizioni, di cui quattro coricate.

In Australia, nel 1913, è apparso il primo esemplare di una serie con effige di Giorgio V, senza filigrana, poi seguito da molti altri valori con lo stesso disegno, fino al 1936, riconoscibili da 4 tipi di filigrana diverse ( e dalle dentellature ).

Storia e preistoria dei francobolli / 4

Tanti tipi di carta.

Dalle prime emissioni, col passare del tempo, è andata migliorando la qualità della carta. All’inizio ( Austria Lombardo Veneto ) la carta era di medio spessore, rugosa, piuttosto opaca, per divenire poi sempre più liscia, levigata, bianca; alcune emissioni sono note con diversi tipi di carta e, come solito, diversamente classificate e quotate nei listini. Casi particolari sono la” carta vergata “ che presenta delle evidenti striature orizzontali o verticali che sono le tracce della stoffa sulla quale veniva deposta ad asciugare la carta in pasta ancora umida. Queste ” vergature “ avevano origine quando i panni erano ancora nuovi per scomparire progressivamente con l’uso.

Altre volte la carta si riconosce dalla cartiera che l’ha prodotta (carta di Napoli o carta di Palermo per i francobolli di Ferdinando II° di Sicilia ). Anche i francobolli di Pio IX possono presentare carta diversa ( lucida – opaca ).

La gomma ( la colla ).

Mentre la dentellatura è adottata più tardi, i primi francobolli nascono subito con la colla al verso, da inumidire per attaccarli all’oggetto da spedire. Ne esistono infiniti tipi; a volte un singolo francobollo presenta ” gommature ” diverse: liscia, rugosa, brillante, color avorio o bianchissima, quasi invisibile, codronata, screpolata. Nei periodi di guerra, o subito dopo, la gomma può essere opaca, scadente, ricca di scorie.

Merita di essere segnalata la colla usata negli anni dal 1910 al 1920 per i francobolli di Francesco Giuseppe d’Austria: sottile, tenacissima. Specie quando applicata su alcune tirature usate in Ungheria e in Cecoslovacchia, a loro volta di carta sottile, ma che bagnata si rigonfia facilmente, è quasi impossibile lavare i francobolli, neppure aggiungendo un pò di bicarbonato nell’acqua per toglierli fal frammento su cui sono applicati, senza spappolarli irrimediabilmente.

E’ senz’altro preferibile conservarli con il loro frammento ( meglio se con l’intera busta ) anche per il motivo che l’annullo, se leggibile, può essere a sua volta molto importante perchè raro ( a parte vedremo dei francobolli usati e annullati in località o Paesi diversi da quelli di appartenenza – occupazioni militari, usi impropri, affrancature miste, ecc…).

Le ristampe.

Alcune Amministrazioni Postali ( Austria in particolare ) hanno emesso, dopo alcuni anni e quando gli originali erano fuori corso, ristampe ufficiali dei propri francobolli. Pressochè identici ma riconoscibili soltanto dalla dentellatura nettamente diversa. Di norma non devono essere annullati; quelli annullati di favore non hanno valore filatelico.

I “Perfin ” ed i perforati di servizio.

Per evitare che i propri dipendenti usassero i francobolli loro affidati per scrivere lettere d’amore ( o altro ) ai loro partners privati fu concesso dalle Amministrazioni di perforare i francobolli con sigle o acronimi della Ditta o Ente di appartenenza. E, a testimonianza che tutto il mondo è paese, tale uso fu adottato praticamente ovunque fin dagli inizi del secolo scorso ed è durato, in Italia, fino agli anni ’50/60.Anche tra i perfin vi sono quelli comuni e quelli più rari; tutti sono ricercati ed apprezzati da filatelici specialisti.

Caso diverso è quello di perforazioni realizzate dalla stessa Amministrazione per ottenere che il valore facciale, valido per l’affrancatura, venisse in parte ridotto all’acquisto perchè la differenza era pagata dalla pubblicità applicata su apposite buste o cartoline ( usati dal 1878 al 1900 in Italia, sono chiamati francobolli francalettere – sono tutti rari o molto rari, specie se sulla loro busta originale).

I Francobolli pubblicitari.

Un caso bellissimo e, per quanto ne so io, realizzato solo in Italia negli anni 1924/1925, è quello dei francobolli pubblicitari, cioè recanti accanto alla vignetta normale una appendice pubblicitaria, senza dentellatura di separazione, al posto della verticale successiva. Sono tutti molto belli: se ne trovano di abbastanza comuni e di molto rari. Esistono anche con la sovrastampa ” Saggio “, ovviamente non usati.

Le ” buste lettere postali “.

Tra il 1921 e il 1923 le Poste Italiane misero in vendita al valore facciale, speciali buste recanti messaggi pubblicitari e francobolli in tariffa, recanti in sovrastampa le lettere ” B.L.P. “in eleganti caratteri floreali. Il beneficio della pubblicità andava in beneficenza ( Federazione ciechi, sordi, invalidi ). Ve ne sono di comuni ( pochi ) ed altri rari o molto rari. Le buste originali regolarmente viaggiate sono rarissime.

Emissioni in franchigia – Enti parastatali.

Nel 1924 furono adottati in Italia speciali francobolli ( fino a 8 per ciascun Ente ), con vignette differenti ( tre in tutto ) a seconda del valore facciale, ufficialmente per facilitare la contabilità degli Enti parastatali; molto probabilmente perchè fidarsi è bene e non fidarsi è meglio in qualunque tempo e regime. Sono piuttosto belli; si tratta in tutto di 63 francobolli, alcuni aaccessibili ed altri molto rari, specialmente, come sempre, se sulle buste originali degli Enti regolarmente viaggiate.