Su richiesta dell’Associazione “Amici Museo delle Armi” di Terni, Sabato 2 Giugno 2012, presso il Polo di Mantenimento Armi Leggere di Viale B.Brin, dalle ore 9 alle ore 13, Poste Italiane provvederà ad obliterare materiale postale e filatelico con l’annullo quì riprodotto
Archivio mensile:Maggio 2012
Annullo postale dedicato a San Francesco
Storia e preistoria dei Francobolli / 3
Come sono i primi francobolli . La lunga lotta contro i falsari.
I francobolli inglesi non sono dentellati fino al 1854 , quelli del Lombardo –Veneto fino al 1858 ,dello Stato Pontificio fino al 1868 ; quelli degli altri Antichi Stati Italiani , compreso il Regno di Sardegna , non saranno dentellati mai.
Spesso i francobolli erano stampati con margini di separazione così ridotti che , divisi con le forbici , venivano intaccati nel disegno : per esempio i francobolli di Toscana erano separati tra di loro da 5/6 decimi di millimetro per cui è difficilissimo trovarne con i quatto margini bianchi : sono ricercatissimi.
Le Amministrazioni Postali si sforzano di combattere o, addirittura di prevenire i falsari , in molti modi; i primi francobolli inglesi recano agli angoli lettere maiuscole disposte dalla A alla L in senso orizzontale e dalla A alla T in senso verticale . Il primo in alto a sinistra reca quattro A , l’ultimo in basso a destra le lettere LT e TL . Non vi sono francobolli uguali nel foglio .
Viene anche subito usata la filigrana , molto spesso con un simbolo nello spazio di un singolo francobollo , che può variare nel tempo , altre volte con un disegno su tutto il foglio.
Vengono usati anche dei piccoli segni segreti come una lettera del nome del tipografo nei francobolli di Napoli o la perlina ( orecchino ) di Vittorio Emanuele II° nei francobolli con effige a secco del Regno di Sardegna. Nonostante tutto i falsari non si arrendono : di alcuni tipi di francobolli di Napoli ne esistono di falsi passati per posta quasi quanti di quelli originali . Anche i francobolli per le “ Province Napoletane “ realizzati per l’annessione al Regno, furono falsificati pochi giorni dopo la loro emissione. In Austria e in Svizzera sono state usate carte con fili di seta, ad uno o più colori.
Proprio la dentellatura dei francobolli è risultato col tempo il sistema più efficace per ostacolare i falsari che non sono riusciti mai ad ottenere risultati soddisfacenti, tali da non rendere i falsi facilmente riconoscibili da un buon osservatore .
Col tempo si è passati dalle dentellature lineari ( righe e file ) , a dentellature “ a pettine “ , cioè ottenute da perforatori disposti come piccoli rastrelli rivolti verso il basso o verso l’alto, oppure lateralmente a seconda del formato dei francobolli e dell’orientamento della stampa.
La disposizione dei “ pettini “, verso il basso o verso l’alto si può ( quasi sempre ) riconoscere dallo “scalino”che si forma su uno dei lati del francobollo, mentre le dentellature lineari si riconoscono,specie se si hanno più francobolli uniti, dal fatto che gli incroci si presentano irregolari contrariamente alle dentellature “ a blocco “ che presentano una crocetta di cinque fori perfettamente simmetrica.
Una caratteristica molto importante per la valutazione della qualità di un francobollo è “ la centratura “, cioè la precisione con la quale la dentellatura si inserisce nello spazio di carta tra un francobollo e l’altro. La dentellatura non dovrebbe mai intaccare il disegno ,ma lasciare dei margini perfettamente liberi su tutti i quattro lati.
Se, però, la dentellatura invade il disegno dei francobolli, si può parlare di “ varietà “ interessante quando l’ “ invasione “ è di almeno due-tre millimetri ( dentellatura spostata ) ,ancora di più se spostata nei due sensi ,fino a far apparire parti di quattro vignette contigue nello stesso pezzo.
Dentellature anomale e spesso assai rare sono quelle ottenute per la sostituzione di uno o più perforatori rotti con altri di passo diverso. Presentano questa anomalia, per esempio, alcuni francobolli emessi nel Regno d’Italia nel 1928 per celebrare il 10° anniversario della Vittoria .
Altre volte, sempre per guasti ai perforatori, si trovano dentellature del tutto irregolari, “ a casaccio “, oppure parziali ( uno o più lati non risultano dentellati ). Attenzione però a quei francobolli che, avendo un “ formato carta “ più grande del solito, vengono ritagliati con le forbici per avere una varietà abusiva.
Da ultimo è stato introdotto il sistema di perforazione “ a blocco “ con il quale viene dentellato tutto il foglio in una sola volta. E’ superfluo dire che dentellature diverse da quelle normali per un francobollo, perché il perforatore si è rotto ed è stato sostituito da uno diverso per errore, oppure anche per un funzionamento anomalo , lo fanno diverso, anche diversissimo, talvolta raro, rarissimo, sovente classificato con un proprio numero di catalogo.
Le dentellature vengono classificate con il numero di dentelli presenti su 2 ( due ) centimetri di carta , qualunque sia il formato dei francobolli, con approssimazione ad ¼ per far corrispondere al meglio possibile i dentelli degli angoli: (per es. 14,1/4 x 13,3/4 ), ma anche più precisa per gli specialisti . Storicamente le dentellature oscillano da 8+1/2 ( Austria – Lombardo Veneto anni 1850 ) fino a 16 – 17 dentelli ogni 2 centimetri di carta per attestarsi ai giorni d’oggi tra 11+1/2 e 14+1/4 in quasi tutti i Paesi.
Resta infine da dire che, a parità di passo, i fori possono essere più piccoli o più grandi, fino a sovrapporsi in parte . Ovviamente è diversissimo l’aspetto che ne risulta e l’efficacia ai fini della separazione dei pezzi .
Per riconoscere il passo delle dentellature si usa un listello ( odontometro ), meglio se trasparente, con tanti piccoli punti distanziati come la dentellatura da riconoscere, oppure in maniera più sofisticata e precisa , con linee sub-verticali, leggermente divergenti, alle quali si accosta il francobollo finché linee e dentelli coincidono .
Storia e preistoria dei francobolli / 2
Come funziona il servizio postale.
Dagli inizi del Rinascimento i messaggi ( le missive ) – si pensi alla Messa, ai missionari, a il ” Messaggero “, consegnati ad un centro di raccolta – vengono contrassegnati con un segno che indica l’importo da pagare che può dipendere dal peso e dall’ingombro ed anche dalla distanza da percorrere e, a volte, dalle gabelle comunali. Il segno, posto a mano, diverrà in seguito un timbro o ” bollo “, dal quale avrà infine origine il termine di ” francobollo ” ( in tedesco ” briefmarke ” ).
Vi sono due possibilità: è il mittente che paga alla partenza o il destinatario all’arrivo. Entrambe le scelte presentano degli inconvenienti: nel primo caso il mittente non ha la certezza che l’oggetto arriverà a destinazione in buono stato; nel secondo il destinatario non sempre si trova o si fa trovare, oppure rifiuta l’oggetto dopo averne compreso il significato.
Insomma, del francobollo si avverte il bisogno, ma non si riesce ad inventarlo.
La carta bollata come precorritrice del francobollo.
Tra gli organizzatori del servizio qualcuno ha la buona idea di mettere in vendita dei fogli in carta filigranata e del formato giusto per realizzare dei ” pieghi ” di formato standard sui quali, a stampa o a secco, è impressa l’impronta del servizio. Il Regno di Sardegna realizza così il 1°Gennaio 1819 i famosi e ricercatissimi ” Cavallini di Sardegna ” anticipando di esattamente 32 anni i propri primi francobolli adesivi.
Con i ” Cavallini ” si compie un passo decisivo: vi è ancora l’inconveniente del foglio acquistato che si sciupa o si macchia nello scriverci su, oppure da gettare per un ripensamento di chi scrive, ma il passo è prossimo e lo compie un funzionario inglese che il 6 Maggio 1840 piazza lì il famoso penny nero e il suo fratello 2 penny azzurro, con la Regina Vittoria che guarda a sinistra come farà sempre su tutti i francobolli che verranno e poi i suoi successori fino ad oggi ( Elisabetta II guarda qualche volta di sbieco e, rarissimamente a destra ma solo nelle immagini di piccolo formato ).
Annullo postale dedicato a Elia Rossi Passavanti
Su richiesta dell’Associazione “Amici Museo delle Armi del Comune di Terni”, Sabato 19 Maggio 2012, presso il Polo di mantenimento Armi leggere di Viale B.Brin 149, dalle ore 10 alle ore 14, Poste Italiane provvederà ad obliterare materiale filatelico con l’annullo sottostante
dedicato ad Elia Rossi Passavanti, eroe ternano decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare nella prima e seconda guerra mondiale.
Storia e preistoria dei francobolli / 1
Preambolo.
Parlare dei francobolli è facile. I francobolli sono dei pezzetti di carta che si comprano e si incollano sulle lettere per spedirle. Finito.
Perchè sono stati inventati e come sono giunti fino a noi è un’altra storia: intanto occorreva che qualcuno sapesse scrivere, e magari anche leggere, e poi che avesse motivo di farlo per comunicare qualcosa a qualcuno lontano. Occorreva che fosse stata inventata la carta. Tutte osservazioni banali, ma senza delle quali, a mio avviso, non si può comprendere a fondo la storia dei francobolli; perciò, a costo di apparire noioso, partirò da lontano.
Vivere è comunicare.
Le piante emettono spore e pollini che il vento o gli insetti trasportano attratti dal colore, dal profumo o dal nettare quando vogliono comunicare di essere pronte a riprodursi. Le femmine degli animali pronte per accoppiarsi emettono segnali che i maschi avvertono e riconoscono. A loro volta i maschi hanno dei loro segni di riconoscimento che li rendono più o meno graditi alle femmine.
L’uomo, oltre ai segnali che emette come tutti gli altri animali, usa l’intelligenza per comunicare i propri pensieri e le sue esperienze, e per questo è costruttore di Storia.
Il sentiero che porta al guado più agevole, dei rami spezzati, delle pietre disposte in un certo ordine sono i segni che l’uomo impara ad usare, forse ancor prima del parlare articolato, per comunicare ai suoi simili le proprie esperienze. I graffiti rupestri, le pitture rituali che anticipano i geroglifici e poi la scrittura, hanno il vantaggio di essere compresi anche da chi usa un linguaggio diverso e non hanno soltanto un significato scaramantico, propiziatorio di un evento favorevole, ma significano anche ” noi siamo qui e facciamo queste cose” ed è un messaggio per gli uomini che verranno.Più tardi sono le piramidi, i menhir, le statue gigantesche dell’isola di Pasqua.
Al limitare della foresta, in cima alla collina, in riva al mare, l’uomo si affaccia per cogliere i segni della natura: l’avvicinarsi di un temporale, l’arrivo di uccelli migratori, l’avanzare di un incendio.E poi, i segnali della presenza di altri uomini. Questo bisogno irrefrenabile di comunicare ha permesso all’uomo di costruire la civiltà: cosa sarebbe se Prometeo non avesse voluto inventare il fuoco e se non fosse stato imitato?
Ma le barriere della distanza e dell’ambiente sono state superate a fatica; ancora oggi si trovano tribù isolate che non sono riuscite o non hanno voluto comunicare con altri uomini.
Il possesso, il baratto e gli scambi.
Le prime forme di scambio avvengono con il baratto, ma presto si affida un valore convenzionale ad una “moneta” che spesso è un pezzo di metallo sul quale verrà impresso un segno, simbolo di chi l’ha posseduto per primo.
Anche gli animali vengono marchiati per essere riconosciuti dai possessori. Con la moneta i segni e le comunicazioni vengono trasmessi da mano all’altra, ma mancano ancora i supporti per messaggi più articolati. Per rendere più semplici le cose bisognerà aspettare i papiri e solo più tardi la carta. Fino al tempo dei romani si spedivano gli scalpellini lontani miglia e miglia a scrivere sulle pietre; forse sono i primi “messaggeri”, portatori di messaggi non orali in senso moderno.
La posta. Con l’uso della carta nascono i primi servizi postali organizzati.
L’introduzione della carta in Europa, che i cinesi avevano inventato nel 1° o 2° secolo d,c., avviene ad opera degli Arabi, tra il 1000 ed il 1100, giusto in tempo per favorire i commerci del primo rinascimento.Inizialmente l’esigenza di trasmettere a persone o genti lontane i propri messaggi era di pochi e ricchi potenti: essi si organizzarono quindi i servizi di posta. La posta ( o il posto ) era il luogo dove si cambiavano i cavalli e dove, eventualmente, potevano riposare i conducenti.
Ma presto divenne importante per il mercante di Firenze ordinare una partita di merletti di Fiandra o di pellame dell’Olanda oppure offrire spezie provenienti dall’Oriente a commercianti di Amburgo.
Hanno così origine le note di credito, le “note del banco” ( banconote ) con le quali si dispone il pagamento a distanza degli acquisti. Diviene quindi necessario disporre di servizi postali rivolti anche a privati e organizzati da privati, spesso in regime di monopolio concesso dalle Autorità ( la famiglia Tasso avrà questa concessione praticamente per tutta l’Europa).
Con le nuove esigenze “la posta” viene organizzata di preferenza negli incroci delle strade principali o in corrispondenza di scali fluviali o marittimi, spesso anche al confine degli Stati dove si esercita anche la dogana ( vedi Via della doga a Narni scalo ).
Ovviamente la nostra storia non finisce quì, alla prossima!
ARTE E FRANCOBOLLI
La funzione del francobollo è quella di affrancare la corrispondenza da inoltrare al destinatario attraverso i servizi postali, pubblici o privati. Pertanto la comunicazione grafica, nella sua essenzialità, dovrebbe evidenziare solamente l’autorità emittente ed il costo.
La genesi del francobollo e la sua realizzazione portano invece a scelte grafiche, tecniche, simboliche che danno al piccolo pezzo di carta un valore aggiunto artistico, culturale, storico che va ben oltre il suo semplice atto di nascita e che, per questa ragione, affascina e coinvolge.
Da quanto detto è evidente l’interesse, che condivido con molti di Voi, verso il collezionismo filatelico, non per il gusto di riempire tutte gli spazi di un classificatore, ma per il significato intrinseco che il francobollo trasmette.
Vorrei pertanto trattare qui di seguito di un particolare aspetto dell’arte nei francobolli; non delle riproduzioni delle opere d’arte, che pure trovo affascinanti per la capacità di riprodurre e divulgare splendidi capolavori universali, ma a trattare di quegli artisti affermati che hanno ceduto al fascino del francobollo ed hanno ideato, o comunque partecipato alla sua “costruzione grafica”
La vignette che appaiono nelle serie degli Antichi Stati, uniformemente alle emissioni europee, rappresentano l’effige del monarca oppure emblema araldico dello Stato.
Le immagini tecnicamente più evolute del periodo ritengo siano le emissioni sarde e lombardo-venete.
Nel 1859 Ferdinando II di Borbone, Re di Napoli, si rivolse per i quattordici valori destinati alla Sicilia al massimo esponente degli incisori dell’ottocento Tommaso Aloisio JUVARA ( 1809 – 1875) nipote del celebre architetto,Filippo Juvarra.
Le vignette eccellono per la qualità dell’incisione e per la perfetta gamma dei colori..
Nell’incidere l’immagine del regnante, lo Juvara eseguì a mano, in un’unica composizione, l’intera tavola di ciascun valore.
Questa emissione, in controcorrente con le considerazione di economicità proprie della società preindustriale, evidenzia il forte legame tra la burocrazia e la cultura artistica di alta classe.
Dobbiamo arrivare al 1906 per trovare un bozzetto ideato da un altro impostante artista, Francesco Paolo MICHETTI (1851 – 1929), per il ritratto di Vittorio Emanuele III.
L’immagine si richiama ai versi del D’Annunzio (Laudi) di cui il Michetti era amico, in cui si celebra l’arrivo del Re dall’Egeo dove si trovava in crociera al momento della morte del padre Umberto I
“ o Tu che chiamato dalla Morte venisti dal mare……”
Il disegno è altrettanto simbolico con alle spalle del sovrano un mare in tempesta a simboleggiare l’uccisione del padre, mentre dinanzi, come messaggio augurale, si distende un mare tranquillo.
Lo stesso Gabriele D’ANNUNZIO (1863 – 1928) cedette al fascino di ideare nel 1920 la serie di quattro bozzetti che celebravano l’ingresso a Fiume dei legionari da lui capitanati.
I bozzetti sono di Adolfo De Carolis, ma i temi furono sicuramente idati e suggeriti dal poeta che si serviva del De Carolis per fregiare la sua carta da lettere.
Oltre al tema di ciascun francobollo (la spada che taglia il nodo gordiano, l’urna sorretta da fronde di quercia che versa l’acqua, la città martire incoronata di spine, i pugnali dei congiurati), e l’essenzialità dell’impianto, è particolarmente interessante il colore “spento” dei quattro francobolli (verde, carminio, ocra, azzurro) che è allusivo al colore delle divise militari, del sangue, della terra e del mare.
Nel 1923 Giacomo BALLA (1871 – 1958), per il primo anniversario della Marcia su Roma, crea due (uno è ripetuto) dei francobolli più belli della storia postale italiana, forte dell’esperienza di grafico pubblicitario e progettista teatrale.
Due gli aspetti innovativi che vorrei evidenziare:
– La dizione Poste Italiane è sostituita dall’indicazione ITALIA
– La panoramica su un paesaggio industriale. Il tema è assai raro nel repertorio fascista italiano (completamente ignorato da quello nazista) in quanto entrambi ideologicamente prediligevano propagandare i valori agresti dei due popoli, mentre lo ritroviamo in molti dei più antichi francobolli sovietici.
La serie di cui sopra fu condivisa con Duilio CAMBELLOTTI (1876 – 1960) affermato pittore, incisore, architetto, decoratore, arredatore.cartellonista pubblicitario scultore etc; i due artisti operarono nella più totale indifferenza reciproca e la serie risulta disomogenea.
Il Cambellotti svolge il tema della “giovinezza” caro alla retorica di regime, basandosi su un repertorio di maniera con tracce evidenti delle sue origini liberty. Anche se l’immagine risulta di sicuro impatto, non regge il confronto con quelle del Balla.
Ai francobolli del Ventennio, ripetitivi e troppo convenzionali, dette una svolta Corrado MEZZANA (1890 – 1952) che ideò le migliori serie emesse dal 1930 al 1942. A questo artista si debbono due delle più importanti ed innovative serie del periodo: quella del decennale della marcia su Roma del 1932:
e quella della proclamazione dell’Impero del 1938.
Trentasei valori complessivi in cui si ritrovano tutti i temi cari al fascismo ma trattati con originalità e con trovate grafiche che influenzeranno i bozzettisti che si cimenteranno negli anni successivi. Prolifica fu l’attività del Mezzana in questo settore e si debbono a lui le migliori realizzazioni di bozzetti anche nel periodo repubblicano.Una serie per tutte ce lo fa ricordare; l’Italia al lavoro” del 1950, 19 valori che rappresentano ancora oggi una delle più belle emissioni di francobolli della nostra storia postale.
Nel periodo repubblicano troviamo due artisti che si sono cimentati nella realizzazione di bozzetti celebrativi di eventi calcistici (sic! o tempora o mores!) :
Aligi SASSU (1912 – 2000) nel 1980 in occasione dei campionati europei di calcio, disegna il bozzetto che si fa notare per l’eleganza, la sobrietà e la dinamicità.
Renato GUTTUSO (1911 – 1987) celebra nel 1982 la vittoria italiana nei campionati mondiali di calcio.
Forte è la suggestione di quelle braccia alzate con in trofeo conquistato, che ripropone la gioia di tutti noi, che abbiamo vissuto quell’evento.
Esperimenti di Posta Razzo.
Il primo esperimento di posta razzo ebbe luogo in Austria a Graz nel 1928 e con esso veniva studiato il modo di recapitare la posta con l’utilizzo di piccoli razzi a propulsione con carica costituita da polvere pirica; lo scopo era quello di trasportare la posta oltre il Canale della Manica.Data la scarsità dei risultati,il piu’delle volte la posta andava distrutta oppure finiva in mare;si decise quindi di cambiare rotta, avvicinando la posta razzo al semplice uso filatelico.
Gia’in precedenza furono effettuate operazioni commerciali-filateliche per finanziare le più svariate imprese aviatorie, come negli anni 30’ per la Crociera Transatlantica del Gen.Italo Balbo; venne emesso un francobollo dal valore di Lire 7,70 per affrancare tutta la posta trasportata (basti pensare che la normale tariffa in vigore per lettera era di 0,50 Cent. per l’interno e di 1,25 Lire per l’estero).
Il primo esperimento di posta razzo in Italia si ebbe nel 1934 ad opera dell’ingegnere tedesco Gerard Zuecker, il quale iniziò ad effettuare i suoi primi esperimenti di razzi destinati al trasporto della corrispondenza in Germania, senza però fare colpo sulle gerarchie militari naziste, ed è cosi’che iniziò a girare l’Europa in cerca di finanziatori arrivando anche in Italia,a Trieste.
Per l’occasione non furono emessi francobolli, bensì due fascette triangolari (4000 esemplari per tipo) per commemorare l’evento; per il trasporto”razzo espresso”veniva richiesta una sovrattassa di Lire 5 e di Lire 7,70 appositamente segnalata nelle fascette che poi venivano applicate su tutta la corrispondenza (vedi foto ).
Le due fascette avevano queste caratteristiche: Lire 5 fondo rosso e scritte verdi e Lire 7,70 fondo grigio-azzurro usate a piacere, singolarmente o in coppia, su aerogrammi regolarmente affrancati con francobolli italiani quasi sempre commemorativi del 1° Centenario delle Medaglie al Valor Militare.
Gli annulli speciali utilizzati per l’esperimento ed applicati sulla corrispondenza furono due: 1) un lineare rosso con indicazione “OTTOBRE/ESPERIMENTI DI POSTA/PER RAZZO ESPRESSO/TRIESTE/1934” ,2) annullo circolare viola-nero con indicazione “ESPERIMENTO DI POSTA – PER RAZZO ESPRESSO – TRIESTE – OTTOBRE 1934” (vedi foto).
L’esperimento ebbe luogo il giorno 31 ottobre 1934, il razzo venne chiamato “Italia”e fù lanciato da Monte Castiglione (Zaule) vicino a Trieste;la distanza coperta fù di 4Km ed ebbe esito positivo. Dopo l’atterraggio, la corrispondenza (1600 tra lettere e buste) venne inoltrata, con mezzi convenzionali, quasi per la totalita’in Germania ad indirizzi filatelici di comodo.
Annulli meccanici a targhetta del Regno d’Italia(1901-1945).
Questo tipo di collezionismo non ancora molto conosciuto se non da coloro che si interessano di storia postale in generale,è parte integrante del periodo postale che va dal 1901 al 1945,dove causa l’aumento del traffico postale nazionale si rese necessario l’utilizzo di nuove macchine”bollatrici meccaniche”per timbrare la corrispondenza nei grossi uffici postali.Il primo annullo meccanico fù il tipo”BANDIERA”così chiamato perchè formato da una bandiera italiana con stemma sabaudo e le iniziali V.E.III,usato per commemorare il I° anniversario della salita al trono di Vittorio Emanuele III il 12 agosto del 1901 (vedi immagine).
Questo annullo a targhetta fu’utilizzato sia per la posta per l’interno sia per l’estero e lo si può trovare su diversi tipi di documenti come:cartoline,buste,lettere,interi postali,biglietti postali…….; la prima data conosciuta è su un intero postale spedito il 29 ottobre 1901 dall’ufficio postale di Roma ferrovia.La sua diffusione non avvenne in tutta Italia,ma l’uso fu limitato solo a 6 grandi uffici postali e precisamente:Roma-Genova e Napoli dal 1901,in seguito vi furono Milano e Torino dal 1902 ed infine Brescia dal 1907.Ebbero termine Roma-Milano-Genova e Torino nel 1908,Napoli piu’tardi nel 1912 e Brescia nel 1918.
La targhetta è sempre accompagnata da un”guller”o”bollo a data”dove sono riportati:1°riga il giorno;2°riga il mese e l’anno;3° riga l’ora seguita da una”M”per mattina e da una “S” per sera,il guller è formato da un doppio cerchio.La targhetta puo’essere posizionata sia a destra che a sinistra del guller.Con il passare degli anni si ebbero delle modifiche che riguardarono la massa dataria all’interno del doppio cerchio a seconda del tipo di macchina bollatrice utilizzata.
Dal 1911,la massa dataria del guller ebbe delle modifiche come si puo’vedere nella targhetta sopra riportata (Fiera Campionaria 1920 TRIESTE):1°riga l’ora;2°riga il giorno ed il mese(in caratteri romani)3°riga l’anno per intero.Dopo il 1928 all’anno venne aggiunta l’Era Fascista in caratteri romani (1928 VI).
Le targhette dal 1901 al 1922 furono quasi nella totalita’ di carattere commemorativo di Esposizioni-Fiere Campionarie-Fiere Internazionali e Congressi; una svolta si ebbe nel 1923 quando nelle targhette si videro le prime pubblicità commerciali tipo: “Vestitevi al Duomo”;”La Rinascente”;”Afro Ballari”;”Lidos”;”Tende Ettore Moretti”;”Hermes”;”Auto Ansaldo”;”Linoleum“ ed altre.Dal 1925 nelle targhette vennero inseriti dei “proclami” della Cultura Fascista così da diventare un mezzo di propaganda che tramite la posta veniva diffusa in tutto il paese.
Si trattava di frasi di Mussolini che invitavano il popolo alla dedizione per la Patria, tipo: “Sottoscrivete al Prestito del Littorio”; “Agricoltori bisogna vincere la Battaglia del Grano”; “Visitare la Tripolitania è un dovere nazionale”; “Rendere sempre piu’prospera l’agricoltura”; “Visitate l’Italia”, ecc…..di seguito alcuni esempi:
Durante il periodo del Ventennio fascista molte targhette invitavano la gente a recarsi in luoghi termali come Salsomaggiore o Montecatini dove curare la propria salute, in stazioni climatiche come San Remo, a fumare solo sigarette italiane Eja-Savoia-Eva, ad usare il Chinino come farmaco contro la malaria ecc…..
Poi vi furono le targhette dedicate all’acquisto dei biglietti della Lotteria di Tripoli, di Merano,Lotteria Esposizione di Roma ecc…. poi quelle dedicate alle grandi manifestazioni del Ventennio volute da Mussolini al fine di propagandare in Italia ed all’estero la grandezza del Regime Fascista: “Triennale d’Oltremare a Napoli”; “Visitate la Mostra delle invenzioni di Milano”; “Triennale di Milano”; “Giornata della Tecnica” e moltissime altre.
Di particolare interesse sono le targhette del Regno d’Italia realizzate per commemorare un avvenimento storico,come ad esempio la visita di Hitler in Italia nel 1938, dal giorno 3 al 9 maggio.Le poste idearono una targhetta con la dicitura”Fuhrer-Dux 3-9 maggio 1938 XVI” con la figura di un fascio littorio ed una svastica nazista, utilizzata nei soli uffici postali delle città visitate da Hitler e Mussolini ( Roma, Napoli e Firenze ).
Tutti coloro che vogliano intraprendere questo tipo di collezione è necessario che sappiano alcune caratteristiche determinanti delle stesse: 1) la targhetta deve presentarsi su documento postale integro e non su frammento; 2) la targhetta deve essere completa del guller e con stampa nitida in ogni suo particolare; 3) puo’essere piu’o meno rara a seconda degli uffici postali in cui era disponibile e del periodo di utilizzo. Per catalogare le targhette meccaniche del Regno d’Italia o della Repubblica vi sono dei cataloghi specializzati; tra i piu’ conosciuti ci sono:il catalogo dei F.lli Ornaghi ed il Bortolomasi.Entrambi sono introvabili sul mercato dato il numero di copie non elevato e sono diventati una rarità assoluta anche per coloro che collezionano da tempo.
Spero che coloro che dedicheranno qualche minuto alla lettura di questo breve articolo si possano incuriosire e magari iniziare questa appassionante collezione.
Un Album d’altri tempi
Le collezioni filateliche tematiche, come dice anche l’ amico Vairo, sono sicuramente fra le più belle e danno molta soddisfazione poiché per realizzarle occorre sempre grande passione e impegno.
Per l’Album dove sistemarle, ad esempio, o ne acquistiamo uno e lo personalizziamo, oppure ce lo autocostruiamo completamente da soli; alcuni nostri amici come sappiamo, con grande passione e con i mezzi oggi a disposizione ( computer, stampanti a colori, ecc..) riescono a realizzare dei veri e propri capolavori di grafica e contenuti.
Con questo Post invece volevo pubblicare alcune pagine di un grazioso esempio d’altri tempi dedicato a navi e velieri.
E’ stato realizzato in Germania nei primi anni ’70, tutto naturalmente a mano con bella grafia e soprattutto con fantasia originale e libertà creativa.