Storia e preistoria dei francobolli / 4

Tanti tipi di carta.

Dalle prime emissioni, col passare del tempo, è andata migliorando la qualità della carta. All’inizio ( Austria Lombardo Veneto ) la carta era di medio spessore, rugosa, piuttosto opaca, per divenire poi sempre più liscia, levigata, bianca; alcune emissioni sono note con diversi tipi di carta e, come solito, diversamente classificate e quotate nei listini. Casi particolari sono la” carta vergata “ che presenta delle evidenti striature orizzontali o verticali che sono le tracce della stoffa sulla quale veniva deposta ad asciugare la carta in pasta ancora umida. Queste ” vergature “ avevano origine quando i panni erano ancora nuovi per scomparire progressivamente con l’uso.

Altre volte la carta si riconosce dalla cartiera che l’ha prodotta (carta di Napoli o carta di Palermo per i francobolli di Ferdinando II° di Sicilia ). Anche i francobolli di Pio IX possono presentare carta diversa ( lucida – opaca ).

La gomma ( la colla ).

Mentre la dentellatura è adottata più tardi, i primi francobolli nascono subito con la colla al verso, da inumidire per attaccarli all’oggetto da spedire. Ne esistono infiniti tipi; a volte un singolo francobollo presenta ” gommature ” diverse: liscia, rugosa, brillante, color avorio o bianchissima, quasi invisibile, codronata, screpolata. Nei periodi di guerra, o subito dopo, la gomma può essere opaca, scadente, ricca di scorie.

Merita di essere segnalata la colla usata negli anni dal 1910 al 1920 per i francobolli di Francesco Giuseppe d’Austria: sottile, tenacissima. Specie quando applicata su alcune tirature usate in Ungheria e in Cecoslovacchia, a loro volta di carta sottile, ma che bagnata si rigonfia facilmente, è quasi impossibile lavare i francobolli, neppure aggiungendo un pò di bicarbonato nell’acqua per toglierli fal frammento su cui sono applicati, senza spappolarli irrimediabilmente.

E’ senz’altro preferibile conservarli con il loro frammento ( meglio se con l’intera busta ) anche per il motivo che l’annullo, se leggibile, può essere a sua volta molto importante perchè raro ( a parte vedremo dei francobolli usati e annullati in località o Paesi diversi da quelli di appartenenza – occupazioni militari, usi impropri, affrancature miste, ecc…).

Le ristampe.

Alcune Amministrazioni Postali ( Austria in particolare ) hanno emesso, dopo alcuni anni e quando gli originali erano fuori corso, ristampe ufficiali dei propri francobolli. Pressochè identici ma riconoscibili soltanto dalla dentellatura nettamente diversa. Di norma non devono essere annullati; quelli annullati di favore non hanno valore filatelico.

I “Perfin ” ed i perforati di servizio.

Per evitare che i propri dipendenti usassero i francobolli loro affidati per scrivere lettere d’amore ( o altro ) ai loro partners privati fu concesso dalle Amministrazioni di perforare i francobolli con sigle o acronimi della Ditta o Ente di appartenenza. E, a testimonianza che tutto il mondo è paese, tale uso fu adottato praticamente ovunque fin dagli inizi del secolo scorso ed è durato, in Italia, fino agli anni ’50/60.Anche tra i perfin vi sono quelli comuni e quelli più rari; tutti sono ricercati ed apprezzati da filatelici specialisti.

Caso diverso è quello di perforazioni realizzate dalla stessa Amministrazione per ottenere che il valore facciale, valido per l’affrancatura, venisse in parte ridotto all’acquisto perchè la differenza era pagata dalla pubblicità applicata su apposite buste o cartoline ( usati dal 1878 al 1900 in Italia, sono chiamati francobolli francalettere – sono tutti rari o molto rari, specie se sulla loro busta originale).

I Francobolli pubblicitari.

Un caso bellissimo e, per quanto ne so io, realizzato solo in Italia negli anni 1924/1925, è quello dei francobolli pubblicitari, cioè recanti accanto alla vignetta normale una appendice pubblicitaria, senza dentellatura di separazione, al posto della verticale successiva. Sono tutti molto belli: se ne trovano di abbastanza comuni e di molto rari. Esistono anche con la sovrastampa ” Saggio “, ovviamente non usati.

Le ” buste lettere postali “.

Tra il 1921 e il 1923 le Poste Italiane misero in vendita al valore facciale, speciali buste recanti messaggi pubblicitari e francobolli in tariffa, recanti in sovrastampa le lettere ” B.L.P. “in eleganti caratteri floreali. Il beneficio della pubblicità andava in beneficenza ( Federazione ciechi, sordi, invalidi ). Ve ne sono di comuni ( pochi ) ed altri rari o molto rari. Le buste originali regolarmente viaggiate sono rarissime.

Emissioni in franchigia – Enti parastatali.

Nel 1924 furono adottati in Italia speciali francobolli ( fino a 8 per ciascun Ente ), con vignette differenti ( tre in tutto ) a seconda del valore facciale, ufficialmente per facilitare la contabilità degli Enti parastatali; molto probabilmente perchè fidarsi è bene e non fidarsi è meglio in qualunque tempo e regime. Sono piuttosto belli; si tratta in tutto di 63 francobolli, alcuni aaccessibili ed altri molto rari, specialmente, come sempre, se sulle buste originali degli Enti regolarmente viaggiate.