
Salve amici del nostro blog, dopo molti interessanti articoli e ricerche fin qui pubblicate, che hanno riguardato soprattutto francobolli e cartoline, volevo introdurre anche l’argomento monete, soprattutto relativamente al periodo della storia romana.
Prima di fare ciò ho creduto però opportuno un richiamo alla storia in assoluto di questi tondelli coniati, che dai tempi dei tempi ancora teniamo nelle nostre tasche.
Le origini
Occorre ricordare che prima del VII secolo a.C. praticamente non esisteva moneta.
Pertanto l’Egitto dei faraoni, gli imperi assiro-babilonesi, gli ittiti, i primi popoli di Creta non conobbero moneta.
Alle origini dell’economia quindi il commercio era rappresentato esclusivamente dal baratto, cioè dallo scambio di beni tra due soggetti; il bene facilmente scambiabile e maggiormente posseduto nell’antichità era il bestiame allevato, in latino pecus “bestiame” “pecora” da cui deriverà il termine pecunia(m) “denaro”. Ben presto però, con la crescita della popolazione e l’estenzione del commercio questa pratica si dimostrava sempre più inadeguata ed inefficiente per scambiare la quantità di beni necessari.

Gli studiosi oggi sono concordi nel ritenere che la moneta ebbe origine in Asia Minore, nel regno di Lidia (odierna Turchia) e nelle colonie greche della Ionia.

testa di leone su moneta in oro di Lidia
La fabbricazione
Prima di imparare a coniare le monete, gli antichi le fabbricavano di fusione, cioè colando il metallo liquefatto (bronzo) dentro forme in cui erano stati incisi dei simboli.

monete realizzate con bronzo fuso
La coniazione sostituì poi la fusione quando aumentò il fabbisogno delle monete da fabbricare e cominciarono ad essere usati metalli più preziosi.

coniatore di moneta a martello
Le caratteristiche funzionali
Tre sono le caratteristiche funzionali della moneta:
a) Unità di conto – è l’unità di misura dei beni da scambiare, così tutti i beni disponibili vengono misurati con le stesse unità.
b) Strumento di pagamento con il quale è possibile scambiare i beni in qualsiasi quantità e tempo, ad ogni bene viene attribuito un prezzo in base alle unità di moneta necessarie per acquistarlo.
c) Riserva di valore – la moneta può essere conservata e utilizzata nel tempo senza deteriorarsi.
Il valore intrinseco
In origine il valore della moneta era equivalente al valore del metallo prezioso utilizzato per coniarla, chiamato valore intrinseco. Tale corrispondenza di valore era una garanzia per i commercianti che accettavano con sicurezza il pagamento con monete di metallo prezioso, dato il loro riscontrabile valore.
Il valore estrinseco
Durante il medioevo si comincia a vedere la differenziazione tra valore intrinseco e valore estrinseco, cioè il valore di scambio attribuito alla moneta, detto anche valore nominale. Questo accadde quando gli stati, iniziarono a mescolare metalli non preziosi all’oro e all’argento nelle monete che venivano considerate di pari valore a quelle costituite da solo oro e argento. Molti commercianti non accettavano tali monete poiché erano fortemente legati al valore intrinseco della moneta, un principio di economia reale oggi scomparso.
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Qui vale aprire una parentesi, per un fenomeno di senso contrario che ci riguarda da vicino. Dal 1968 lo Stato Italiano decise di togliere dal corso legale le famose 500 lire, realizzate in argento 825/1000 per 11 gr. di peso, per un fenomeno di tesaurizzazione che si andava diffondendo; poiché il valore nominale, cioè valore estrinseco, risultava minore del valore reale, cioè valore intrinseco. Seguiteranno poi ad essere coniate negli anni per i soli collezionisti.

la nostra bella moneta da 500 Lire
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La nascita delle banconote
Con il passare del tempo anche le monete presentavano diversi problemi; più gli scambi e la ricchezza dello stato crescevano, maggiore era la necessità di moneta per gli scambi, così l’offerta dei metalli preziosi, che era di difficile controllo. Problemi di sicurezza vi erano nel trasferimento di grandi somme di denaro per il rischio di perdita o di furti ( si pensi per esempio ai viaggi via mare ), nonché elevati costi di trasporto. Per contenere tali problemi sono nate le banconote e con esse, le prime banche.
Le prime banconote hanno origine in Cina nel primo medioevo. Successivamente nel XIV secolo anche in Italia ed in nord Europa.
La prima banconota si chiamava “nota di banco” ed era rilasciata dai neonati banchieri in garanzia dell’oro depositato dal detentore . In pratica chi depositava oro presso le banche riceveva un documento cartaceo che gli garantiva il diritto di ritirare in qualsiasi momento tale quantità di oro. La nota di banco inoltre poteva essere scambiata liberamente ed era accettata per convenzione secondo il valore nominale indicato su di essa (valore estrinseco ).
nota del banco di Stoccolma 1663
nota della banca degli Stati Uniti d’America 1830

le variopinte e sofisticate banconote di oggi
A presto, per parlare di monetazione romana.